mercoledì 27 aprile 2011

Cambio stagione

Dopo un lunghissimo (e freddissimo) inverno, dopo una falsa partenza, finalmente è ufficialmente primavera e posso definitivamente accantonare piumini vari e fare il tanto temuto "cambio stagione" negli armadi.
Parto sempre piena di buona volontà, decisa a riporre tutto alla perfezione e, soprattutto, a buttare ciò che non serve. La buona volontà però non basta.... e inevitabilmente finisco per avere giorni di caos totale (roba da lavare, da stirare, da riporre sparsa ovunque) e a dimenticare qualcosa dopo che ho già riposto tutto. Vabbè, diciamo che sono mediamente ordinata, non molto ordinata.
E poi si tratta di eliminare quello che so per certo che non metterò perchè fuori moda, fuori taglia, fuori gusto.... Ma poi cado sempre nella fatidica trappola: magari potrà servire. Così va a finire che non butto nulla. Però... si, c'è un però. Arriva sempre un giorno, indipendente dalla stagione, in cui mi sveglio con una sensazione che chiamerei di rinnovamento e..... butto via di tutto. Magari da una volta all'altra passano due o tre anni, magari poche settimane. Sta di fatto che in queste giornate mi armo di sacchi e vengo presa dalla foga di fare spazio. Va a finire che butto anche qualcosa di cui poco dopo mi pento, ma alla fine del lavoro mi sento come rinata. E' come se insieme agli oggetti inutili o per lo meno superflui mi liberassi anche di tutto ciò che di negativo mi circonda. Difficile da spiegare a parole. Dall'ultima volta è passato almeno un anno e a questo punto spero che la giornata ritorni al più presto (non riesco a programmarla) perchè non ho molto spazio a disposizione. c'è un solo problema: questa foga non riguarda mai solo la mia roba, ma anche quella del resto della famiglia, cosa che ogni tanto crea qualche piccolo... attrito, chiamiamolo così.
Per oggi mi accontento di un "normale" accantonamento di pile e maglioni.

sabato 23 aprile 2011

Un piccolo pensiero....

Non aspettare di finire l'università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera,
l'estate,
l'autunno o l'inverno.
Non c'è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione.
Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l'importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza.
Dietro ogni risultato c'è un'altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.
-- Madre Teresa di Calcutta

venerdì 22 aprile 2011

Nulla di che

Mai e poi mai vivrei in una grande città. Non mi piace il traffico, il rumore, la confusione, non mi piacciono i condominii dove tutti sentono quello che succede nelle case degli altri ma non ci si conosce neppure. Certo, mi piacerebbe fare a meno dell'auto, poter andare a fare la spesa a piedi, poter scegliere tra cinema, teatro, concerto senza mettere in conto i km, magari avere anche una libreria a due passi da casa, non dover sempre fare l'autista per ogni impegno delle figlie....
Però.....però oggi ero seduta al computer per "lavoro" (riordinavo bollette on-line), la portafinestra che dà sul balcone era aperta ed entrava una leggera brezza. La gatta era distesa al sole sulla chaise-longue, il cane seduto in giardino che osservava interesssato le oche della mia vicina e l'unico rumore che mi giungeva alle orecchie era il cinguettio degli uccellini.... In momenti come questo mi rendo conto che il prezzo da pagare per vivere in campagna non è mai troppo alto: ne vale sempre la pena.
Buona Pasqua a tutti!

martedì 12 aprile 2011

Riflettendo....

Lungi da me l'idea di fare politica con questo blog: non è il luogo opportuno. Quindi le mie riflessioni sono generiche, non si applicano necessariamente a questo paese e a questo momento.
Il Giappone è un paese fortemente sismico. I giapponesi hanno imparato a convivere con questo e sono diventati bravissimi a costruire edifici sempre più sicuri. Nonostante questo (o forse prorpio per questo) hanno costruito centrali atomiche, sentendosi sicuri. Ma la natura non è un calcolo matematico con un unico risultato.... e quindi il terremoto di intensità eccezionale c'è stato, e questo ha portato ad uno tsunami e quello che poteva avere una probabilità bassissima di verificarsi si è verificato....
Io penso che il progresso scientifico sia inevitabile, penso che la scienza non debba fermarsi, parte dei miei studi sono stati scientifici... ma l'uomno deve conoscere i propri limiti. L'arroganza nei confronti della natura porta solo a disastri incommensurabili. Dobbiamo avere l'umiltà di capire quando è giusto fermarsi, quando non siamo ancora pronti a piegare qualche evento scientifico alla nostra volontà, quando il seppur remoto danno sarebbe capace di provocare una catastrofe che va al di là della nostra immaginazione. Dobbiamo sapere quando è il momento di aspettare a valicare un confine se poi non c'è più ritorno.
L'uomo non può giocare a fare dio.

sabato 9 aprile 2011

Cosa non si fa per amore! (dei libri)

Vita frenetica, sempre di corsa, mille cose da fare, orari da incastrare.... ma la convinzione che i libri siano davvero cibo per la mente mi ha portata a una nuova sfida.
Faccio parte di un'Associazione genitori e nella nostra scuola superiore c'era una biblioteca inutilazzata da anni. Dopo anni di tentativi, finalmente ce l'abbiamo fatta: il nostro progetto è stato ufficialmente approvato. così una mattina alla settimana, dalle 9 alle 13 sono a scuola (con un'altra volontaria) a risistemare tutto. I libri devono essere catalogati e riordinati secondo una logica comune a tutte le biblioteche. Così sto imparando ad usare i codici Dewey, sto setacciando il web alla ricerca di opac che mi forniscani i suddetti codici.... e sto rompendo le scatole al mondo per avere donazioni. L'impegno quindi continua a casa, in vari ritagli di tempo. Un lavoraccio, ma mi piace molto. Ora dovrei anche pensare al futuro: come inaugurare la biblioteca (non prima dell'inizio del nuovo anno scolastico), quali iniziative organizzare per dare continuità a questo lavoro, per evitare che una volta sistemata la biblioteca ricada nell'oblio in cui era.... La mia mente è un fermento di idee, che però purtroppo si scontrano con milla difficoltà. A fronte di alcuni (a dir la verità pochi) genitori motivati e insegnanti che credono in ciò che facciamo, mi ritrovo a lottare contro muri di gomma di chi vuole metterci i bastoni tra le ruote (e non è facile capire il perchè).
Un grande amore però resta tale. Ferma nella mia convinzione che bisogna sempre più diffondere la cultura continuo nel mio lavoro e scopro anche un grande patrimonio librario che è un peccato tenere nascosto. e sono contenta di ciò che faccio.