giovedì 25 settembre 2014

Io & Floki



Il titolo del post è volutamente copiato dal libro (poi film) Io & Marley ed il motivo è semplice: ho un gatto che è l’equivalente felino di un labrador pestifero (e che appena avrà l’età verrà castrato, come il Marley della storia,  anche se credo che questo non influirà minimamente sul suo carattere).
La storia inizia come molte delle mie storie, Io NON volevo un altro gatto, la mia famiglia a 4 zampe era più che sufficiente. Ma una vicina di casa ha cominciato a chiedermi se proprio non ero disposta a prendere un gattino che era il più sfortunato della cucciolata e che, se nessuno lo avesse preso, sarebbe morto. E io cosa avrei dovuto fare? Ho provato a resistere, ma mi sentivo colpevole. E così ho ceduto.

A giugno mi arriva questo microbo di pelo: sottopeso per l’età (400 gr), con la congiuntivite (ogni volta che chiudeva gli occhi per più di mezz’ora poi bisognava aprirglieli lavando via le crosticine) e un bel raffreddore (aveva letteralmente il naso che colava e bisognava inseguirlo col fazzoletto). Anche mangiare era un problema: non leccava i liquidi e faticava col cibo solido, quindi il primissimo nutrimento è stato il latte con la siringa, sostituita dopo un po’ dal biberon.
Nonostante questo, il carattere da guerriero ninja c’era già.
Ha incominciato immediatamente ad imporre la sua volontà: la cassettina per i suoi bisogni non poteva stare in balcone, come avrei voluto io, ma lui ha deciso il punto preciso del bagno dove voleva che stesse. Lascio all’immaginazione come abbia fatto a rendere pubblica la sua decisione, il fatto è che dopo un paio di giorni di tentativi falliti ho dovuto cedere.
I primi tempi mi pareva di avere in casa un neonato: mangiava tutti i momenti (all’inizio omogeneizzati, rigorosamente solo dal cucchiaino), dovevo mettergli la pomata sugli occhi (operazione poco gradita dal diretto interessato) e dargli l’antibiotico ad orari precisi, e di notte svegliava tutti un milione di volte per mangiare o giocare.
E’ stato relegato al piano superiore per via dei cani, soprattutto Tommy che voleva prenderlo in bocca per giocare e decisamente 400gr contro 40kg era un filino sproporzionato. La gatta non ha gradito il nuovo arrivato e si è autoesiliata: preferisce convivere con i cani che con lui.
Attualmente è con noi da tre mesi. Ha imparato a non rompere le scatole di notte (ma al mattino, appena suona la mia sveglia, si fionda letteralmente addosso a me) e anche a stare alla larga dai cani, cominciando a fare qualche incursione al piano inferiore. Ma resta sempre un ninja cucciolo, che si ficca nei guai e ne combina di ogni.
E’ già caduto dalla finestra, facendo un “miuuuuuu” stile cartone animato, tanto che pensavo di trovarlo tipo frittella in giardino e invece l’istinto felino lo ha salvato. Istinto molto utile, visto che poi è anche volato giù dalla scala….
Mangia quantità industriali di cibo. L’altro giorno c’è stata la scena che mi ha ricordato Io & Marley: è riuscito a saltare dove tengo il sacchetto dei suoi croccantini, l’ha buttato a terra aprendolo e sparpagliando il contenuto ovunque e mangiando voracemente con aria soddisfattissima. Fosse stato in casa da solo sarebbe scoppiato!
Si intrufola in ogni buco, dorme nelle borse, passeggia sulla ringhiera del balcone, trascina in giro per casa tutto ciò che trova (giuro, ho appena trovato una coperta in mezzo al corridoio!), aggredisce tutti mordendo selvaggiamente (le unghie no, per fortuna non le usa!), salta sul letto mentre cerco di rifarlo, strappa le tende dalle finestre, dorme nei vasi schiacciando le piante, cammina sulla tastiera cambiando le impostazioni del pc, si accuccia nel bidet per farsi aprire il rubinetto e bere, salta nel lavabo mentre mi sto lavando……..
Vien voglia di strozzarlo, poi mi guarda con quegli occhioni……







lunedì 8 settembre 2014

Eroi & coerenza



Io continuo a dire la mia, sempre più controcorrente.
Non sopporto più l’appello “marò a casa” e frasi simili, ora riapparse dopo lo “sfogo” della figlia di uno dei due.
Come sia andata realmente tutta la faccenda lo sanno solo i protagonisti: nessuno di noi era lì a vedere cosa è successo. Personalmente penso che, visto che i militari devono obbedire agli ordini, ci sia stato chi ha dato l’ordine di sparare. E penso anche che ci sia da una parte un complicato iter di diritto internazionale da rispettare e dall’altra una serie di motivi politici di rapporti tra Italia e India che regoli questa faccenda. E probabilmente nemmeno troppo trasparenti e nobili. Comunque questa è la mia opinione di non esperta e come tale va presa.
Il fatto è che i due marò in questione hanno ucciso dei civili. E questo è un fatto. Civili che mai più torneranno a casa. Non si sono fermati dopo gli avvertimenti? Ma nemmeno il ragazzo in motorino ucciso a Napoli da un carabiniere, e in questo caso pare che si levino gli scudi proprio contro il carabiniere. Non voglio parlare di questa vicenda, voglio solo sottolineare che ci vuole coerenza. Tornando alla vicenda in questione, possiamo ricondurla ad un incidente sul lavoro se proprio vogliamo, ma un processo ci deve essere.
E smettiamola con tutti i contorni che nulla hanno a che vedere con questa storia ma servono solo a gettare fumo negli occhi!
Prima di tutto ricordiamo che non stavano difendendo il nostro paese (cioè noi) da chissà quale pericolo, ma nonostante siano pagati dal governo (ancora noi) stavano difendendo gli interessi di una nave privata. Ora, non conosco le regole di ingaggio, ma spero che l’armatore abbia lautamente pagato lo stato per il servizio a lui fornito, spero non sia il governo (sottolineo, sempre noi) a pagare lo stipendio di persone che lavorano per chi potrebbe assumersi  guardie private.
Ci siamo dimenticati la (sacrosanta) indignazione quando gli americani non ci hanno lasciato processare in Italia gli autori della strage del Cermis, e l’abbiamo dimentica al punto tale che ora guardiamo ammirati agli americani che hanno difeso i propri militari! Ma per favore!
I due marò non sono eroi (o almeno non lo sono in questa storia): svolgevano un lavoro, niente di più. Magari pericoloso, ma pur sempre un lavoro. Tanto per precisare, ricordiamoci che tutti i giorni ci sono carabinieri e poliziotti che  rischiano la vita per difendere noi, il nostro stato, le nostre leggi: è il loro lavoro, tanto quanto. Non erano in guerra, non si stavano sacrificando per il bene dei più deboli. Hanno commesso uno sbaglio, e gli sbagli si pagano. In maniera equa, ma si pagano. E se (giustamente) pretendiamo che uno straniero in Italia si adegui alle leggi vigenti, lo stesso deve valere per un italiano all’estero.
Non cerchiamo il nemico ad ogni costo anche dove non c’entra nulla. Quello che il governo fa (o si suppone che faccia) per gli immigrati non ha niente a che vedere con questa vicenda. Che si comporti bene o male, faccia molto o poco per il problema immigrazione non può essere tirato in ballo per ogni vicenda. Ritorniamo al fumo negli occhi di chi ha interesse a creare un nemico che vada bene per tenerci occupati. Urliamo contro l’immigrato, contro l’islamico e non guardiamo chi vende le armi. Perché tra i militari italiani che vanno all’estero ogni tanto qualcuno muore. E mentre lo piangiamo, non ci rendiamo conto che magari l’arma che l’ha ucciso è stata prodotta qui e venduta da noi.
Le guerre sono mosse dal denaro: religione o quant’altro sono coperture, il modo per attirare poveracci  che possano diventare carne da macello. Senza guerra niente più guadagni per produttori, commercianti e trafficanti di armi….
Nel frattempo non ci rendiamo conto di quella che è un’invasione silenziosa che sta avvenendo sotto i nostri occhi. I cinesi stanno comprando l’occidente. Nulla da dire contro una popolazione che ha una cultura affascinante, nulla da dire contro milioni e milioni di esseri umani che sono semplicemente nati in un’altra parte del mondo. Se non che chi ci compra non è il povero immigrato disperato, ma gente ricchissima che si serve di poveri clandestini-schiavi, gente che ha una mafia potentissima, gente che non rispetta i più elementari diritti umani, gente che considera le donne meno di zero (non hanno il velo, semplicemente una volta le bambine potevano essere uccise alla nascita, ora ci pensa l’ecografia con l’aborto selettivo)…. Ma c’è chi fa affari con loro, quindi zitti tutti.
Mettiamola così: coerenza vuole che se i due marò devono tornarsene a casa, allora qualunque straniero in Italia non deve adeguarsi alle nostre leggi, ma  può infrangerle e  non essere giudicato da noi, qualunque forza dell’ordine può sparare e uccidere chiunque semplicemente non risponda ad un alt…. Accettabile? A me non sembra.
 Perché per essere un eroe non basta avere in mano un’arma e indossare una divisa, ci vuole ben altro. Molto, molto, molto di più, con o senza armi e divise.